La Madonna della Seggiola di Raffaello
La Madonna della Seggiola, è un dipinto a olio su tavola (ø cm 71) di Raffaello Sanzio, datato 1514 e conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.
Raffaello nacque nel 1483 a Urbino e si formò in gioventù presso la bottega del padre Giovanni Santi. In seguito collaborò con il Perugino e fu a Siena accanto al Pinturicchio. Fu aperto a molte esperienze e assimilò le lezioni di Leonardo, Michelangelo e altri artisti di Firenze dei quali acquisì anche gli schemi compositivi.
Una tradizione popolare vuole che l’ispirazione per quest’opera venne all’artista mentre transitava per Velletri, dove vide una contadina del luogo che cullava il proprio figlio in grembo.
Fu quasi certamente papa Leone X a commissionarla, per i suoi parenti di Firenze che, dapprima la collocarono agli Uffizi. Dagli inizi del ‘700 fu spostata al Palazzo Reale (Palazzo Pitti) dove ebbe diverse collocazioni fino alla sua emigrazione a Parigi nel 1799 a causa delle spoliazioni napoleoniche. Torna fortunatamente a Palazzo Pitti nel 1815, dal 1882 si trova nella Sala di Saturno.
L’opera mostra Maria seduta su una sedia, da cui il nome. Essa si volta, col Bambino stretto in un tenero abbraccio, verso lo spettatore. Assiste san Giovannino, a destra, che rivolge un gesto di preghiera a Maria, affiorando dallo sfondo scuro. La Madonna solleva una delle due gambe, coperte da un drappo azzurro, scivolando quasi in avanti, in modo da creare un ritmo circolare che sembra voler suggerire il dondolio del cullare. Essa china il capo verso il figlio, facendo toccare le due teste creando così un’atmosfera di intima dolcezza.
Nel dipinto prevalgono toni caldi tra i quali spiccano alcune parti di colore freddo. Il colore rosso della manica di Maria e quello arancione dell’indumento di Gesù si incontrano proprio al centro della composizione. Gli stessi colori poi si ritrovano nella decorazione dello scialle della Vergine e sulla bracciolo della seggiola. Uno schema compositivo molto raffinato, esaltato ancor più dal brillare delle frange dorate sullo schienale della seggiola. Nel 2001 La Bottega Tifernate è stata inserita tra i fornitori ufficiali della Galleria degli Uffizi, di Palazzo Pitti e dell’Accademia.
Abbiamo così dovuto studiare a fondo tutte le opere destinate al bookshop, al fine di ricrearne “l’essenza”. Il prof. Paolucci, allora Soprintendente a Firenze, ci chiese di realizzare con la massima accuratezza ogni minimo particolare.
Questa possibilità ci ha fornito la soluzione per una riproduzione perfetta: la Pictografia, che utilizza materiali e metodi antichi, abbinata allo studio sul posto di un’opera d’arte, permette di ricreare il pathos che si prova di fronte all’originale.
Dal 2001 fino al 2010 abbiamo stretto una forte collaborazione con i più importanti musei del mondo, dal Louvre di Parigo al British Museum di Londra, fino al MET di New York. Quando dobbiamo riprodure un’opera d’arte, abbiamo sempre la possibilità di studiarla in loco.
Con questa opera su tavola, realizzata per il Palazzo Pitti di Firenze, abbiamo vinto per due anni consecutivi (2002-2003) il premio come miglior prodotto per bookshop museali.